In 3 sorsi – Corsa alle elezioni anche per il Presidente uscente Duterte, che all’ultimo momento ha confermato di volersi candidare per il Senato, evitando uno scomodo duello con la figlia maggiore Sara per quanto riguarda la vicepresidenza. Tuttavia lo scontro tra le coalizioni per Palazzo Malacanang è all’orizzonte.
1. GLI SCHIERAMENTI
Sara Duterte-Carpio, 43 anni, che aveva sostituito il padre come Sindaco di Davao City, adesso è in piena corsa per la vicepresidenza delle Filippine a sostegno del candidato Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr., figlio del dittatore Ferdinand Marcos in carica dal 1965 al 1986.
Il 9 maggio 2022 si presenterà quindi per la coalizione di centro destra composta dal Partido Federal e dal partito cristiano-musulmano Lakas-CMD. Come per la città di Davao City, dunque, anche questa volta la figlia maggiore dell’attuale capo di Governo filippino tenterà di seguire la strada tracciata dal padre verso il potere
Duterte, che aveva dichiarato il mese scorso di volersi ritirare dalla scena politica al termine del mandato, ha nuovamente cambiato idea, facendo sapere che, non potendosi ricandidare per legge come Presidente, concorrerà comunque per le prossime elezioni al Senato. A completare il quadro dei candidati, l’attuale vicepresidente Leni Robredo, tra i più accaniti oppositori del regime di Duterte, l’ex pugile Manny Pacquiao e il Sindaco di Manila Isko Moreno. I sondaggi per il momento danno Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr nettamente favorito per la vittoria finale.
Fig. 1 – Rodrigo Duterte insieme al senatore Christopher Bong Go, iniziale candidato della sua coalizione alla presidenza. Nei giorni scorsi Go si è ritirato a sorpresa dalla corsa per Palazzo Malacanang
2. LA CAMPAGNA ELETTORALE SI ACCENDE
Anche se l’elezione presidenziale è per legge staccata da quella del vicepresidente è ormai certo che Sara Duterte-Carpio concorrerà alle elezioni di maggio come avversario della coalizione sostenuta dal padre Rodrigo, di cui fanno parte il candidato Presidente Bong Go, il Presidente del Senato Tito Sotto e il Senatore Kiko Pangilinan. Tuttavia Bong Go si è ritirato a sorpresa dalla corsa, gettando la coalizione nel caos.
Intanto il Presidente uscente Duterte ha fatto sapere che alle presidenziali ci sarebbe un candidato la cui fama di essere dedito all’uso di sostanze stupefacenti è ben nota a tutti, anche per essere spesso sotto i riflettori a causa della sua posizione di rilievo all’interno di una famiglia di spicco della capitale. Il riferimento potrebbe essere nei confronti di Marcos Jr., che proprio in questi giorni ha dato prova dettagliata del test anti-droga da lui sostenuto. Le accuse di Duterte hanno una certa rilevanza perché il Presidente è reduce da una violenta repressione contro il commercio e l’uso di droga. Com’è noto tale repressione ha portato all’apertura di un fascicolo da parte della Corte Penale Internazionale dell’Aia per crimini contro l’umanità. Non solo i cittadini stanno sperando in un cambiamento politico positivo, anche la stampa è in attesa di conoscere gli sviluppi delle elezioni presidenziali visti i difficili rapporti avuti in questi anni con il Governo Duterte, che ha pericolosamente minato più di una volta la libertà di parola all’interno del Paese.
Fig. 2 – Manifestazione di fronte alla Comelec contro la candidatura di Ferdinand Marcos Jr., figlio del famigerato dittatore degli anni Settanta, 4 novembre 2021
3. BANDITO IL MICROTARGETING
La Comelec, la Commissione sulle Elezioni filippine, ha espressamente vietato l’utilizzo del microtargeting da parte delle piattaforme social. Il microtargeting prevede l’uso dei dati personali per la costruzione di possibili messaggi elettorali personalizzati in base agli interessi specifici dei singoli utenti. Il portavoce della Comelec James Jimenez ha fatto sapere che si lavorerà a stretto contatto con le più note piattaforme social per impedire che possa scoppiare un altro caso simile a Cambridge Analytica e che si farà tutto il possibile per ostacolare ogni tracciamento mirato a strumentalizzare l’opinione dell’elettorato indeciso.
Massimiliano Giglia
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